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Recensione film "Young Detective Dee: il risveglio del drago marino" e "Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma"



Benvenuti a questa doppia recensione sui due film che compongono la saga cinematografica del detective Dee, per appunto come dice il titolo,  "Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma" e il suo prequel "Young Detective Dee".
Personalmente li ho visti in ordine cronologico di trama e non di uscita, per cui comincerò dal prequel.
Immaginate uno Sherlock che conosce le arti marziali violando ogni legge fisica e gravitazionale e che fa salti mortali da supereroe, aggiungete una storia da La bella e la bestia, un dragone marino e otterete la trama di questo primo film. Ma andiamo con calma.
La storia inizia con l'arrivo in città di Dee, un giovane intelligente ed eccentrico che è stato raccomandato a lavorare per il Dailisi, la polizia imperiale di Luoyang, la capitale della Cina durante la dinastia Tang.
Nel viaggio verso la città incrocia Yuchi, l'ispettore capo del Dailisi, a cui è stato affidato il compito di investigare sul drago marino che recentemente ha distrutto delle navi imperiali. Yuchi è un personaggio su cui ci dobbiamo soffermare. Non ha potuto non farmi pensare all'ispettore Javert dei Miserabili con la sua aria seria, buia, il figo freddo e distaccato e ligio al dovere, al contrario del frizzante e ironico detective Dee che ricalca tutta quella gamma di personaggi dall'archetipo del genio visionario, come al Leonardo Da Vinci della recente serie DaVinci's Demons, il Decimo Dottore di Doctor Who o allo Sherlock di Robert Downey Jr.  Oltre al francese Javert, Yuchi, visto che tutti i cinesi sanno praticare le arti marziali sin quando sono nella pancia e vengono partoriti saltando con una doppia capriola, assomiglia anche al più pop capitan Levi Ackerman dell'anime Attack on Titan, soprattutto quando nei combattimenti tira fuori la sua abilità nella tecnica della doppia spada.
Per strada in una cerimonia sfila la "prima cortigiana" della città Yin Ruiji  per un rito propizio. Mi ha fatto morire dal ridere quando hanno usato effetti speciali scenografici nelle sue danze che le hanno fatto sembrare una moderna idol k-pop delle girl bands come ad esempio le Girls Generation. Mi aspettavo a momenti che partisse il ritmo da discoteca, le minigonne svolazzanti con i brillantini e parole inglesi pronunciate a casaccio.
Ad ogni modo, in seguito Yin viene rapita da un gruppo di banditi e da uno spirito acquatico. Dee accorre e la salva. Vengono raggiunti da Javert e la sua squadra, e visto che il novellino sta antipatico all'ispettore lo butta in gabbio.
Come ogni Sherlock che si rispetti, anche Dee ha il suo Watson. Qui infatti conosce un ufficiale medico adetto ai prigionieri il quale meravigliato dalle deduzioni di Holmes sul suo conto, lo aiuta a scappare. L'imbranataggine del dottore con le donne quando deve salvare Yin fa tenerezza. È quasi peggio di me.
Il vero compagno di Dee che lo segue sempre però, il suo fido Watson a cui salva e deve la vita rimane il suo rivale amico Javert.
Non so se sia stato fatto apposta o se sia stato solo un caso, ma ho amato la citazione implicita a Sherlock nella scena al bazar degli stranieri dove Dee indossa un cappello e ha in bocca ciò che sembra una pipa, riferimento evidente al celebre Holmes.
Si scopre che lo spirito acquatico che ha provato a rapire Yin in realtà era il fidanzato scomparso di questa, il proprietario della famosa casa di produzione di tè riservato alla corte, trasformato da un'infezione che un'ospite gli ha segretamente messo nel tè.
Questo stesso espediente del mostro a scaglie da rettile che si rivela un essere umano è stato usato anche nel romanzo di Marco Paracchini, "Le indagini di Kenzo Tanaka", dove un criminale soggetto a una droga che rovinava la pelle viene scambiato per l'alligatore delle fogne.
Che carino vedere il razzismo tra cinesi e giapponesi e il loro odio reciproco visto che in questo film cinese una tribù di lingua giapponese fa la parte del cattivo. È infatti questa setta che per vendicarsi dell'invasione della loro isola vuole avvelenare il tè riservato alla corte imperiale utilizzando persone come il ragazzo di Yin come cavie per i loro esperimenti. Vi ricorda qualcosa? Unità 713? Massacro dei cinesi nella seconda guerra mondiale? Esperimenti umani di medici giapponesi? No? Ah, giusto, non è famoso come l'Olocausto. Ma andiamo avanti.
Il dottore a cui si rivolgono per curare l'infezione deve essere ovviamente il solito scienziato pazzo, cinico, viscido e neutrale fino all'estremo. L'antidoto, consistente in urina di maschio vergine eunuco, funziona, e tutti vissero vivi, bevitori di urina e infelici.
Alla fine grazie a Dee, Javert risolve il caso del mostro marino usando pesci avvelenati come esca per ucciderlo. Dee deve ovviamente fare il suo figurino scappando dallo schianto su un cavallo attraversando il mare. Non ho mai voluto così tanto un cavallo marino in vita mia in quel momento.
Non ho mai capito perché nei film l'imperatrice o le donne di potete debbano essere sempre delle stronze. Come nell'ultima scena dove l'imperatrice fa lo scherzo di far bere ai due investigatori del tè avvelenato solo per la gioia di vederli ingerire urina come antidoto per vendicarsi dell'umiliazione del marito che l'ha dovuto bere.
Dee Renjie sta diventando uno dei miei nuovi detective preferiti nella mia lista degli investigatori che amo, forse perché è l'unico detective letterario cinese che conosco finora.
La grande ricostruzione storica, l'accuratezza dei costumi e delle scenografie, le musiche tradizionali ed epiche che sottolineano la drammaticità e i costumi di un'epoca passata, il casting e i lavori dalle dimensioni titaniche, mi hanno fatto sentire la grandezza della storia millenaria cinese.

Oh ispettore Javert, cosa fai a noi fangirl?

Sul secondo film non ho molto da dire, forse perché avendolo visto dopo il primo che ho adorato l'ho apprezzato di meno. La trama consiste nel fatto che durante la costruzione della grande statua di Buddha per celebrare l'imminente incoronazione dell'imperatrice Wu muoiono alcuni uomini per una apparente autocombustione umana. Il detective Dee verrà incaricato dall'imperatrice di investigare.
È probabile che il film non mi sia piaciuto quanto l'altro perché non c'era il mio caro ispettore. Dov'è Javert?! Dove lo avete messo? Ci ho messo un buon quarto d'ora a realizzare che non c'era e ho dovuto accettare il trauma di non sapere che fine abbia fatto o se sia vivo o morto. Al suo posto come ispettore troviamo un cinese albino che mi ha richiamato subito Near di Death Note. Sono antipatici, arroganti e infantili allo stesso modo. Avrebbe dovuto mettersi anche la crema solare per come si è bruciato subito al sole. Ok, questa era pessima.
A compensare la mancanza di Javert c'è la spada fichissima di meteorite che l'imperatore ha consegnato a Dee alla fine del primo film. Una spada-mazza a cui se giri una manopola diventa una specie di metal detector che individua il punto debole di un oggetto. La voglio anch'io, ditemi, dove la si compra? Mi accontento anche di una copia made in china.
Ho amato moltissimo invece una frase in particolare di questo film pronunciata da Dee alla fine, che ho trovato molto profonda ed è diventata subito una mia filosofia di vita, con cui vi lascio:
"In cielo e in terra non c'è posto per me, ma finché seguirò la mia strada, il mio cuore sarà in pace."


Voto finale: 9/10

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