Candya Dehawkness, scritto da Stefano Pallotta, si presenta come una "light fantasy", ed essendo io un grande fan delle light novel, ho deciso di prendere il primo volume della serie per vedere come fosse.
Sono rimasto un po' deluso quando sfogliando tra le pagine ho notato che il volume, nonostante la copertina illustrata in perfetto stile manga da MEGA-NE, al suo interno abbia soltanto due disegni in bianco e nero, di cui solo uno rappresenta effettivamente una scena descritta tra le righe.
L'autore del romanzo stesso infatti aveva affermato, nel video in cui ha sponsorizzato la sua opera, che si trattava semplicemente del suo libro fantasy ripubblicato in formato manga, essendo esso attinente come temi alla linea editoriale di MangaSenpai, e che quindi non si trattasse propriamente di una light novel.
Nonostante ciò, mi sono approcciato ad esso come ad ogni altro libro e l'ho preso per quello che era.
La storia parla di Candya, una bambina orfana che viene adottata da piccola da Gilder Dehawkness, un medico di campo dal passato misterioso. Alla morte del padre adottivo la ragazza decide di diventare una mercenaria e di raggiungere l'Impero delle Terre Orientali, il luogo protagonista di numerosi racconti da parte del genitore. Durante il suo viaggio verso la tappa della città-Stato di Bittaun, riesce casualmente a salvare da un'imboscata la figlia del signore della città, entrando nelle sue grazie e venendone nominata capitano. Ma l'indipendenza del paese è minacciata da una guerra portata dall'esercito di Lord Zhan Vann Ofhergaunoss, che vorrebbe ricreare nelle Terre Occidentali un impero riunificato sullo stile dell'Impero Orientale a cui si vorrebbe opporre, e Candya verrà chiamata al tavolo e a combattere in prima linea per decidere le sorti delle città alleate.
Interessanti sono i numerosi riferimenti alla storia del nostro mondo, come l'Impero delle Terre Occidentali che dopo la Guerra dei cinque secoli si frammenta in diversi staterelli, richiamando l'Impero Romano che come esso è caduto dando origine ai regni romano-barbarici nel medioevo e in seguito ai comuni e alle signorie durante l'Europa rinascimentale. L'Impero delle Terre Orientali dall'altra parte, è la chiara rappresentazione del Giappone ma ancor più della Cina, meta di viaggio di mercanti ed esploratori, patria di civiltà avanzate durante l'oscurantismo medievale europeo e di numerose invenzioni come la carta, la bussola, la stampa e la polvere da sparo. E difatti anche in questo romanzo ci viene presentata inaspettatamente una pistola revolver che viene chiamata da Candya lo "strumento con cui i demoni lanciano i fulmini" e che ci viene fatto intendere venga dalle lontane e sconosciute Terre dell'Oriente, ma considerata come magia dalla chiesa e bandita dall'Occidente. O prendiamo in considerazione i "quadri di luce" raffiguranti l'Imperatrice d'Oriente, come vengono chiamate le fotografie dai nostri personaggi che non avevano mai visto nulla di simile precedentemente.
Quest'occhio ammiccante che insinua in noi l'idea di un possibile passato perduto, mostrandoci tecnologie fuori epoca o in anticipo ad essa in stile steampunk, mi ricorda inevitabilmente Zero No Tsukaima, una serie fantasy che inizia con presupposti molto stereotipati e al limite del caricaturale, che esprimerei meglio con la parola "cheesy", ma che comunque riesce a svilupparsi in seguito in modo coinvolgente e imprevedibile. Anche in essa troviamo tecnologie moderne di nostra conoscenza comune mescolate al mondo magico del fantasy, dove un cannone proveniente dalla nostra seconda guerra mondiale viene considerato da loro come uno strumento divino ed un aereo dell'aviazione un drago leggendario dal sangue benzinoso. Numerose sono le altre analogie tra le due opere, per cui a chi come me è piaciuto Zero consiglio vivamente di leggere anche quest'opera.
Aggiungo ancora altri esempi come quando un comune cavallo per noi diventa per Candya un animale mitologico alla pari di un cavaliere medievale che descriveva meravigliato un unicorno, in quanto nel mondo della ragazza vi si cavalca normalmente un dalmas.
Anche tematiche religiose come la Chiesa, Dio, Satana, gli angeli e il cristianesimo, hanno la loro parte nella storia, che qui diventano rispettivamente l'Alto Concilio, Goldran, il Male Primevo, gli Alfieri e il Dogma. Qualcosa ci fa capire però che questi Alfieri siano in realtà qualcosa di differente dagli angeli, e che la Torre, il luogo d'origine di questi esseri, non sia propriamente l'Eden o il paradiso, dando spazio a teorie del complotto sugli alieni e sugli antichi astronauti.
Ciò che non mi è piaciuto particolarmente di Candya è stata la velocità della relazione tra Candya e Narls, che secondo me è corsa troppo durante il solo volume uno, essendo abituato invece come credo anche altri al ritmo giapponese con cui si sviluppano soprattutto le storie d'amore.
Il costume di Zhan inoltre, parliamone. Sul serio Stefano, è terribile. Dovevi per forza lasciarlo nudo con una mantellina?
Riesce benissimo invece nel suo scopo di intrattenere nelle sue due orette di lettura il pubblico in modo leggero e non impegnativo, data dalla rapidità dello svolgimento della storia e delle azioni dei personaggi, usando un linguaggio semplice, lineare, senza eccessi di descrizioni e mantendo un ritmo uniforme che rispecchia lo stile delle light novel, e pur non essendolo apertamente, a mio parere può essere considerato a pieno come una di essa.
Sì, dovevo. Chiunque abbia letto la prima trilogia sa qual è il potere e la maledizione di Vann Ofhergaunoss ( e non Zhan, quello è il nome della città che lui domina, come sa chiunque abbia letto la prima trilogia), potere che rende del tutto inutile qualsiasi tipo di armatura...
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