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Recensione Sherlock 4x01 The Four Thatchers [Spoiler]

  Molti fan di Sherlock che si erano chiesti fino a questo momento seguendo il canone originario che fine avrebbe fatto Mary Morstan nell'adattamento televisivo hanno trovato ora finalmente la loro risposta. John Watson, rimasto vedovo della prima moglie alla fine dell'episodio, ci viene fatto capire che incontra colei che diventerà la sua futura seconda moglie, la donna dai capelli rossi dell'autobus, mentre la sua relazione coniugale è ancora in corso, secondo la visione di Mark Gatiss che in questo modo rispetta l'andamento dell'opera originaria.
  In poco tempo il fandom della serie ha inveito contro la scelta del co-sceneggiatore di introdurre questo nuovo personaggio come un tradimento extraconiugale del dottore, dichiarando che tale comportamento sarebbe OOC (Out Of Character), ossia fuori dal personaggio per il carattere leale e fedele di Watson. In realtà ci è stato ripetuto da Doyle stesso nel canone che le conquiste romantiche del dottore si estendevano su diverse nazioni ed oltre tre continenti, e ci viene sempre descritto come fisicamente piacente ed attraente. Non è incomprensibile quindi il fatto che la ragazza abbia dato il suo numero a John, ed una possibile crisi di mezz'età potrebbe essere tirato in ballo per spiegare le azioni di quest'ultimo.
  Lo stress da neogenitore dato dall'arrivo della figlia, il sentirsi escluso e inaccettato nel nuovo sodalizio tra Mary e Sherlock e dai segreti che i due condividono, segno di presagio dato forse anche dal suo ironico «È ancora troppo tardi per divorzio?», l'hanno reso sì che volesse qualcosa che fosse invece interamente suo, e la sconosciuta evidentemente attratta da lui che incontra nel suo tragitto quotidiano è capitata proprio nel momento appropriato, portando inoltre il desiderio di nuovo e di brezza contrapposto al peso e alla responsabilità della famiglia appena stabilita.
  Ma il fatto che amasse Mary non è mai stato dubitato, e durante tutto il tempo ci viene mostrato che la sua coscienza è pervasa dal dubbio e dal senso di colpa che si trasforma in  frustrazione e rimorso quando Mary in punto di morte gli ricorda invece che «Sei tutto per me. Essere Mary Watson è stata l'unica vita degna di essere vissuta». Egli capisce che per Mary lui era stato tutto ciò che aveva, e l'averla tradita frequentando un'altra e il non poter esprimerle tutta la verità ha generato un odio verso sé stesso proiettato su Sherlock mescolato alla sua rabbia, al dolore e al senso di essere tradito dalla promessa dell'amico.


  Non ci viene esplicitamente detto fino a che livello la relazione tra John e l'innominata sia arrivata, ma a questo punto la donna verso cui egli provava ancora delle incertezze potrà solo entrare nella sua vita più facilmente e colmare il vuoto lasciato dalla defunta sposa, in modo che lei possa salvare la sanità e l'integrità di John Watson.
  Sulla sorte della figlia Rosemund, non essendo ella presente nei racconti di Doyle, è azzardato fare ipotesi, ma tra queste sicuramente, per un pubblico sensibile quale quello inglese, non sarà la teoria al quanto macabra e perversa di una parte del fandom su una possibile morte della bambina. Sarà probabilmente quindi cresciuta da John come padre single o anzi, allevata insieme alla sua seconda moglie, o data in affidamento o in adozione, sotto magari una nuova identità per proteggerla grazie all'aiuto di Mycroft.

  È giunta invece la notizia qualche giorno fa che proprio le star di Sherlock, Martin Freeman e la moglie Amanda, sposati da anni, hanno divorziato di recente a causa di impegni di lavoro. Una tale notizia è sicuramente shockante se la relazioniamo a come sia finito questo primo episodio della quarta stagione.
  Che ciò che è successo sullo schermo abbia influenzato in qualche modo la vita reale dei due attori? Le emozioni provate sul set hanno turbato davvero così tanto i cuori della coppia facendoli riflettere e valutare la loro relazione?

  Tra le varie cose dell'episodio mi sono piaciuti i vari elementi ripresi dagli altri racconti di Holmes, come la citazione a L'avventura della criniera del leone, che chi come me è un appassionato Sherlockian del canone originale, avrà capito si riferisce a quando Sherlock e John parlano sulle scale tornando a casa di come non sia possibile arrestare una medusa, o la busta del pollice sbagliato che Sherlock tiene in mano dall'Avventura del pollice dell'ingegnere, o del cane Toby da Il segno dei quattro usato per rintracciare l'odore del colpevole.


  E infine viene finalmente presentato seppur non fisicamente il tanto agognato terzo fratello Holmes Sherringford (o sorella secondo alcuni), mai nominato nel canone Doyliano, ma creato da penne postume e racconti apocrifi e diffuso tra i cultori del fandom, soprattutto teenager che vorrebbero un improbabile Tom Hiddleston nel ruolo.
  Le frasi pronunciate da Mycroft «Sai ciò che è successo al terzo dei Holmes» e la chiamata finale dove chiede di passargli Sherringford, fanno presumere che egli si trovi in carcere o che abbia un qualche passato criminale.

  Ma come ci insegna Sherlock Holmes non bisogna dare troppo credito alle teorie create prima di avere i fatti o si rischia di adattare i fatti alle teorie e non le teorie ai fatti. Staremo a vedere.

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