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Recensione light novel italiana "Loser" di Momo Gatari, Linee Infinite Edizioni


  Essere l'admin di una pagina facebook sulle light novel con soli 947 likes è di certo un lavoro noioso, soprattutto quando si ha un pubblico poco attivo di un genere poco diffuso. Controllando i messaggi sono stato sorpreso di ricevere la richiesta di una recensione da coloro che si definivano la prima light novel italiana. Leggo: Loser scritto da Momo Gatari, pseudonimo dei coniugi Andrea e Laura Cattaneo, illustrato da Alonso Elias Rojas Ferrer, e pubblicato dalla Linee infinite edizioni è la prima light novel scritta e pubblicata in italia. E per non sbagliarci, c'è scritto pure LIGHT NOVEL sulla copertina.
  Essendo un appassionato di light novel, e trattandosi di una light novel addirittura italiana, non potevo rifiutare.
  Ma fermiamoci un momento.
  Dire che Loser sia la prima light novel italiana non solo sarebbe una cosa non vera, ma anche un'ingiustizia nei confronti di chi per primo ha davvero tentato di portare questo fenomeno letterario in casa.
  Ho seguito attentamente il panorama italiano sulle light novel, e nonostante mi dispiaccia deludere qualcuno, Loser non è la prima light novel scritta e pubblicata in Italia. Gli autori e la casa editrice probabilmente non ne erano a conoscenza, per cui non possiamo farne una colpa a loro.
  Pur essendo un genere quasi sconosciuto e con un mercato praticamente inesistente, non siamo privi di esempi di light novel in Italia.
  Il primo che mi viene in mente è "Medusa Flames" creato da Mega-ne ed illustrato da Roxy, una light novel che parla di una liceo segreto per aspiranti maghi a Milano.
  O pensiamo a "RyuuDen", dove un cacciatore di tesori trova una principessa drago, "Last Zero", che parla di un hikikimori che cerca di tornare a relazionarsi con gli altri attraverso i videogiochi, e "Leviathan", tutti scritti e disegnati dalla coppia Demon e Kya-The Foxes.
  Le suddette opere sono a quanto mi risultano alcuni dei primi coraggiosi tentativi di autoproduzione e di vendita diretta nelle fiere e su internet dopo numerosi rifiuti da parte di case editrici che non hanno avuto interesse nello sperimentare questo genere di pubblicazione che non ha ancora un terreno abbastanza solido.


  "Le indagini di Kenzo Tanaka" invece, che parla di un investigatore privato italo-giapponese, scritto da Marco Paracchini e illustrato da Pierfrancesco Stenti, sembra essere il primo ad essere edito da una casa editrice, la Robin edizioni, un editore a doppio binario.
  So che non mi pagano per dire questo, ma abbiamo capito che Loser non detiene il primato in questo campo.
  Ehi, aspetta, ma non mi pagano affatto.
  Nonostante ciò, ho accolto "Loser" con curiosità e ho accettato di farne una recensione.
  Anche Loser però, ha le sue peculiarità. Sul sito di Linee Infinite edizioni leggo che in caso di valutazione positiva, la pubblicazione dell'opera è assolutamente gratuita. In un altro però, la casa editrice figura tra una lista di editori a doppio binario. In un altro ancora, che la casa Linee Infinite ha rinunciato all'editoria a pagamento dal 2015 per credere nell'editoria gratuita e puntare sui suoi autori.
  Se tale è il caso, il primato di Linee Infinite non sarebbe da meno, nel rappresentare una casa editrice, anzi la prima, ad essere cosciente del fenomeno letterario giovanile e internazionale delle light novel, ma anche la prima che pubblichi gratuitamente investendo in esse e ad atteggiarsi da faro per diversi autori interessati a scrivere questo genere di narrativa.
  I miei sinceri complimenti quindi alla Linee Infinite che hanno osato per primo di tentare qualcosa di nuovo nel nostro panorama editoriale, e diventare magari i pionieri di un nuovo fenomeno diffuso in Italia.

  Parlando dell'opera in sé, il titolo della light novel è Loser, ossia sfigato, perdente in inglese. E di cosa potrà mai parlare un libro che si chiama "perdente"?
  Possiamo leggere la trama dal sito della casa editrice:
  Elsa e Arturo vivono nella stessa città, frequentano la stessa scuola, sono in classe insieme, ma non hanno altro in comune se non il reciproco disprezzo. Elsa è la prima della classe, sovrana indiscussa del regno delle vincenti. Arturo fa di tutto per evitare la fatica, è capace di arrivare ultimo persino nei suoi stessi sogni. Ecco, il perdente sta qua. A mettere insieme, nell’interesse di entrambi, il “dinamico duo” ci penserà il professor Scafiddi. Da questo punto in poi saranno solo guai.
  La premessa di Loser e il suo genere come potete aver capito è quello tipico di molte altre light novel, ovvero quella della commedia sentimentale e scolastica. Anime simili che mi vengono inevitabilmente in mente sono Oregairu, dove la professoressa Shizuka chiede alla bella ma fredda Yukino Yukinoshita ad aiutare il solitario e antisociale Hikigaya Hachiman a relazionarsi con la società facendolo frequentare il suo club di volontariato di cui la ragazza ne è la presidentessa.


  Un altro anime a cui sembra fare riferimento è invece Toradora, che gli autori Andrea Cattaneo e la moglie Laura ammettono di amare.


  Passiamo a parlare dei nostri protagonisti.


  Arturo Turchet, il protagonista, è lo stereotipo anime del ragazzo intelligente ma svogliato. Ha 14 anni, frequenta il primo liceo, è un disastro a scuola, ma nasconde in realtà una grande passione per i libri e una grande conoscenza letteraria. Abbandonato dal padre quando era piccolo, vive con la madre Cora che lavora come bidella nella sua stessa scuola, in una modesta e povera casa. Coff coff, Ryuuji. I due hanno spesso ospite a casa la presenza del professore scapolo Scaffidi, che in un certo modo è una figura paterna per Arturo.


  Elsa Pardini invece, è una tipica tsundere e appartiene a una buona famiglia borghese. È una ragazza seria, popolare e di successo sia a scuola che nello sport. Ha un fanclub di ragazze a scuola che Arturo chiama "chihuahua". Arturo, your Taiga Aisaka is showing. Wow, un'altra citazione di Toradora. Al terzo strike scatta la denuncia per plagio. Elsa nasconde una cotta per il buono e apparentemente tonto prof. Scaffidi, e quando le viene chiesto di aiutare Arturo scoprendo inoltre che il professore è un ospite fisso di casa Turchet, accetta di aiutare Arturo e di studiare a casa sua, per trascorrere più tempo col professore e chiedere ad Arturo di aiutarla a conquistarlo. No, non mi ricorda per nulla Toradora. Non so cosa sia Taiga che chiede Ryuuji di aiutarla a conquistare il suo amico Kitamura. I due decidono però di tenerlo segreto in quanto ciò potrebbe rovinare la loro reputazione tra i loro amici. Oltre agli insulti verbali di Elsa, non mancano i calci agli stinchi e le tirate alle orecchie di Arturo. Ma oltre al lato "tsun" ovvero fredda di lei, c'è anche il suo lato nascosto "dere" ovvero buona e premurosa.

  Un personaggio minore che ho adorato è stata Ginevra Pardini, la sorella di Elsa. A differenza di Elsa, è una otaku amante degli anime e dei videogiochi, e frequenta le medie. Le sue particolari attenzioni verso Arturo e la gelosia verso la sorella non fanno che mettere a disagio il ragazzo, strappandoci un paio di risate, perché riesce a mettere una drammaticità nei momenti infantili meno opportuni.
  Un altro personaggio degno di nota è Pietro, un amico di Arturo, detto da tutti Bombolo per il suo fisico grassoccio e la sua dipendenza dal cibo. È ingenuo e non si rende conto di apparire ridicolo, risultando divertente e tenero al lettore.
C'è poi Bacchi, l'amico del trio di Arturo e Bombolo, un amante del genere femminile perennemente single; e la professoressa di educazione fisica Germani, dura ma particolarmente premurosa di Elsa.

  C'è fanservice a volontà, e insieme all'umorismo cinico di Arturo, forma una combinazione esplosiva. La storia è davvero tenera e fantastica, è divertente e ha un ottimo humour, come se stessi proprio guardando un anime, e nonostante non ami molto le commedie sentimentali, mi ha fatto provare le stesse sensazioni di Toradora, l'unico anime del genere che mi sia piaciuto, per cui se anche a voi è piaciuto, vi consiglio vivamente di leggere Loser.
Passando alle considerazioni generali, è stato strano tenere in mano una light novel che avesse come riferimenti culturali non i fiori di ciliegio, i tatami o festività giapponesi, ma quelli più strettamente occidentali come il gatto con gli stivali od Omero. Non mancano poi ovviamente citazioni pop più internazionali come Lupin, gli anime e i manga.
  I capitoli sono brevi e composte da poche pagine, le scritte sono abbastanza grandi e sono facili da leggere, ti invogliano a continuare e a non smettere. Il punto è che i capitoli sono davvero brevi e tanti, diversamente dalle light novel giapponesi che invece sono composti di solito da cinque, sette, dieci capitoli che però durano molto ciascuna. Questa però non era una critica, ma era soltanto per evidenziare le differenze.
  Assieme alla brevità dei capitoli, anche la scrittura è molto semplice e diretta, composta prevalentemente da dialoghi e azioni dirette, accompagnati da brevi e limitate descrizioni dove vi è il bisogno, come in un sceneggiatura, dando un ritmo serrato e continuo alla storia senza lasciare momenti di vuoto o noia, come se stessi vedendo un film al cinema o un anime.
  Se devo proprio fare una nota, ci sarebbe proprio il fatto che il linguaggio usato forse è fin troppo semplice, scarno, quasi alla fanfiction. Nonostante le light novel siano scritte per definizione in un linguaggio semplice e chiaro, rivolto a un pubblico di ragazzi, e che la lingua originale in cui sono state scritte, il giapponese, abbia grammaticalmente una costruzione sintattica più semplice della frase e diverse focalizzazioni narrative rispetto alle nostre, le altre light novel che ho letto come Sword Art Online, Toradora e La Malinconia di Haruhi Suzumiya, erano più corposi, avevano già una maggiore introspezione psicologica dei personaggi, più monologhi interiori del protagonista, più considerazioni personali e descrizioni più accurate degli avvenimenti, cose che non ho trovato qui in Loser.
  Come già detto prima riguardo i capitoli, ciò non dev'essere per forza un difetto, ma una caratteristica intrinseca del romanzo, e magari è proprio questo lo stile degli autori.

  Una cosa che mi ha stupito inoltre è il formato del libro. Non è il formato tradizionale di un romanzo occidentale, né il formato bunkobon tascabile usato nelle light novel giapponesi, o il formato delle traduzioni light novel della Jpop. Sembra...un quadrato.
  Per quanto riguarda il comparto artistico una light novel non può definirsi tale se non è accompagnata da illustrazioni. Le light novel per definizione non hanno molte immagini all'interno, ma in questo caso ce ne sono solo davvero troppo poche, solamente tre. E no, non ho sbagliato a contare. Credo. Solitamente in una ranobe (abbreviazione giapponese di light novel) ci sono almeno quattro o cinque disegni in bianco e nero tra le pagine, senza contare quelle a colori all'inizio del volume per far familiarizzare il lettore con la storia, in questo caso assenti.


  I disegni sono fatti bene, non propriamente in stile manga, ma in una light novel italiana mi sembra pure giusto che sia adattata di più allo stile occidentale. Avrei solo voluto che ci fossero state più illustrazioni anche su altri personaggi oltre a Arturo ed Elisa, che mi avrebbero aiutato ad immaginarmeli meglio.

  Nonostante qualche pecca, l'ho amato. Il finale aperto che lascia a un possibile seguito e ad una potenziale serializzazione, e gli autori affermano di star già lavorando a un seguito. Non mi dispiacerebbe vedere una trasposizione manga o anime di Loser, e anche se rimanesse un volume autoconclusivo, il materiale per una stagione certamente non manca. Welcome to NHK per esempio è una serie anime che è stata ispirata da una light novel autoconclusiva. L'intera prima stagione di Sword Art Online è stata presa soltanto dai primi due volumi.
  L'Italia ha già dimostrato di riuscire a produrre animazioni originali di qualità, quali i più noti Winx, Witch, Monster Allergy, Huntik, Teen Days. Abbiamo bravi doppiatori, musicisti e cantautori di sigle anime. Non mi è difficile immaginare Giorgio Vanni, Denise Misseri, o una delle tante bravissime cantanti di cover italiani di single anime su YouTuber comporre e cantare un giorno l'intro e la ending di Loser. Credo che l'Italia, che è sempre stata la patria dell'arte in Europa, dovrebbe investire nell'animazione, nel cinema, nella produzione di serie originali di qualità, le arti viventi del nuovo secolo, e Loser ci ha portati sicuramente di un passo in avanti.
  Per questo motivo, e per quelli che ho già elencato prima, vi consiglio di andare a comprarlo, se volete assistere anche voi alla nascita di questa nuova corrente letteraria e culturale.

Commenti

  1. Buongiorno, per rispondere all'asserzione indicata nell'articolo, con la presente teniamo a sottolineare che Linee Infinite non è mai stata una casa editrice a pagamento. All'inizio della sua attività nel 2007 e fino al 2011, la casa editrice chiedeva all'autore di organizzare insieme alla casa editrice delle presentazioni, in modo da assicurare la vendita di un certo numero di copie; la casa editrice aiutava l'autore durante tutto il periodo della vendita, ma non ha mai chiesto all'autore di pagare copie non ancora vendute e ha sempre seguito in tutto e per tutto l'autore durante la promozione e divulgazione dell'opera. A partire dal 2012, la casa editrice ha potuto compiere un ulteriore passo, assumendo ogni spesa di produzione, distribuzione e promozione; all'autore si chiede di partecipare alla promozione dell'opera tramite la presenza alla presentazioni e alle fiere, eventi sempre concordati per tempo con l'autore stesso, e il tutto senza alcuna garanzia di vendita. In ogni caso teniamo a sottolineare che Linee Infinite ha sempre assicurato una pubblicazione gratuita dell'opera. (Linee Infininte Edizioni)

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  2. Salve,
    bellissima recensione, un libro da leggere senza sosta! Per quanto riguarda il commento della Casa Editrice, posso confermare che non é mai stata pagamento! Sono molto professionali e competenti, forse una delle poche che davvero aiuta gli autori a crescere con azioni mirate, e non solo a parole!
    Lara Bellotti

    RispondiElimina

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